La didattica laboratoriale alla scuola dell’infanzia “Benedetto Croce ” e “Dante Alighieri”
Nel corrente anno scolastico, il team docente del II circolo , ha dato il via alla didattica laboratoriale. Per tre giorni alla settimana , le sezioni della scuola dell’infanzia aprono le porte ai piccoli utenti della scuola per offrire loro una ricca opportunita’ educativa: i laboratori (creativo, naturalistico, inglese, teatrale, pittorico, musicale). E’ risaputo ormai da tanto tempo che la scuola dell’infanzia e’ il luogo del “fare e dell’agire” dei bambini ma spesso si cade in contraddizioni , in quanto si passa facilmente ad una didattica trasmissiva che non permette al bambino di fare un’esperienza diretta … ma vediamo di cosa si tratta: la didattica laboratoriale si connota nell’immagine collettivo, per la sua capacita’ di coinvolgimento, di suscitare interesse e motivazione.
ATTIVITA’ contro PASSIVITA’
AZIONE contro ASCOLTO
DIVERTIMENTO contro NOIA
L’attivita’ concreta del laboratorio e’ interpretata come contesto in cui l’azione stimola il pensiero, ricordatevi, non dobbiamo addestrare i nostri bambini ma dobbiamo lasciare il posto al fare….. per pensare, per imparare, per scoprire…. la centralita’ del bambino nel processo di apprendimento e’ fondamentale. Nell’attivita’ laboratoriale, il bambino utilizza più canali sensoriali, uditivo, tattile, visivo e cinestetico, “bisogna insegnare ai bambini a pensare non a cosa pensare”. Il bambino, nei giorni stabiliti dei laboratori, sceglie di volta in volta il laboratorio dove andare. La capacità di assumersi responsabilità, di essere autonomi, di avere capacita’ di scelta, sono processi paralleli allo sviluppo fisico e cognitivo del bambino. Il laboratorio contribuisce a sviluppare e rafforzare la consapevolezza di se’ come persona, l’autostima e la fiducia nell’altro. Un’altra caretteristica positiva della didattica laboratoriale e’ ritrovare la pazienza nel fare le cose. I bambini sono abituati, anche a casa , a passare da una cosa all’altra in maniera sempre piu’ frenetica presi spesso dall’ansia “cosa facciamo dopo” , questo li porta ad affrontare i compiti che li attendono con grande superficialita’ sempre proiettati verso la prossima novita’ che li aspetta, legato a questo c’e’ anche la facilita’ nel fare le cose ma in questa facilitazione della vita i bambini hanno solo da perdere perche’ come ci insegnano gli psicologi del novecento, i bambini imparano solo FACENDO. Per questo e’ importante rivalutare il ruolo cognitivo del fare: di un fare concreto legato a materiali, strumenti vari, gesti veri, non simulati non virtuali. Proprio in un momento come questo dove tutto sembra finto, dove anche gli adulti fanno fatica a distinguer il reale dal reality, e’ importante riportare i bambini alla concretezza delle cose, al fare con perizia, pazienza, costanza.
Il nostro lavoro consiste nel creare ambienti che sostengano l’apprendimento, scegliendo attivita’ dominabili dai bambini di questa fascia d’eta’, insomma, credetemi, si tratta di un’ esperienza significativa per chi la vive. I laboratori si propongono come “una palestra per imparare ad imparare”, dove l’apprendimento di abilità e di conoscenze da parte del bambino sono viste come il risultato di un processo che si fonda sul fare, sull’esperienza diretta, sull’attività, sulla sperimentazione concreta. Abbiamo parlato di scuola nuova, non moderna , perche’ basterebbe rivedere i metodi dei pilastri fondamentali della pedagogia ( Waldorf, Montessori, Piaget) per capire come creare un essere pensante e non un bambino “ di serie”. I bambini, come i nostri figli, non sono tutti uguali nel loro percorso di apprendimento e non dobbiamo pretendere che siano uguali….NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DARE “PARI OPPORTUNITA’” non significa che tutti saranno perfettamente uguali ma vuol dire che acquisiranno le competenze necessarie per passare al grado scolastico successivo piu’ serenamente possibile e in questo viaggio, noi adulti avremo il compito di saper valorizzare quello che hanno fatto per passare al successivo miglioramento . Per finire la didattica laboratoriale fa si’ che la nostra scuola diventi una scuola inclusiva, che si muova sul “ binario del miglioramento organizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente non pensato e quindi non accolto” (P.Sandri, Scuola di qualità e inclusione Master “Didattica e Psicopedagogia”). Non posso non ringraziare il nostro dirigente scolastico Giuseppe Ancona che ha creduto in questo progetto e a tutti i genitori che con grande partecipazione hanno contribuito a realizzare quest’esperienza significativa per il processo di crescita dei loro figli. GRAZIE ANCORA!!!!
L’insegnante Romeo Marilena